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26/07/07

CICALE

La cognizione dell'indolore
come se il male fosse un punto lontano
che fa tremare solo a guardarlo

e intanto organizzo le mie cose
divento più brava a pianificare
più calma, ordinata.

Della sofferenza, ho solo qualche traccia sul corpo
l'insonnia, di notte
un senso generale di inedia
il viso, più smunto.


Lui sta sempre peggio,
ormai non si alza neanche più -
c'è solo l'attesa,
il tarlo dell'impotenza,
la certezza di non averlo più accanto
in un tempo assai breve.


Ma a tutto questo, in fondo
non penso
ho rimosso l'idea della perdita
destrutturato lo spettro della scomparsa.

Mi resta un buco nero,
il tassello dell'immenso dolore:
vorrei fargli posto nell'ordine rigoroso dei miei pensieri
Invece di continuare a rimandarlo.


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